Hai ragione, Fabio, questo sistema alimenta la solitudine, ma secondo me non è solo una questione di stare dentro o fuori dai social. Il problema, per me, nasce quando i social diventano la tua unica realtà e li usi come un palcoscenico, per raccontarti nei ruoli che ti sei costruito. Il dolore, la gioia, l'amore smettono di essere sentimenti, emozioni, valori e diventano contenuti per acchiappare like, come se un matrimonio, una laurea, una passeggiata in bici valessero solo a fronte di cento cuoricini. Per me il punto è questo, non sono i mezzi il problema, ma le persone. Le nevrosi, la follia collettiva, una follia che nasce dalla fluidità dei contesti e dall’assenza di valori solidi che diano un significato a quello che facciamo.
Ma certo sarebbe troppo comodo dare la colpa ai social, che semplicemente ingegnerizzano e capitalizzano le nostre miserie. E lo fanno perché noi glielo concediamo e abbiamo creato un mondo virtuale che ha praticamente svuotato quello reale, che è diventato il nostro ritratto di Dorian Gray. Splendenti online, soli e stanchi offline. Dobbiamo tornare a popolare il mondo reale, e non da turisti o voyeur.
Oltretutto, per chi è centrato sull’apparenza e sulla fusione caotica tra vita reale e social, la gestione oculata delle informazioni viene percepita come una negatività, perché se non mandi foto in giro e non condividi la tua vita privata hai qualcosa da nascondere, quando in realtà è una forma di rispetto e di protezione. Follia pura.
Per me una chiacchierata davanti a un caffè è la naturale conseguenza di un interesse nato da una conoscenza social. Devo dire poche, ma care amicizie sono effettivamente nate. Adesso non ho più Facebook, troppo noioso.
Io personalmente utilizzo molto Facebook ma non guardo mai le notifiche che arrivano tramite l’algoritmo ma seguo l’elenco delle persone che mi interessano,ove viene segnalato in tempo reale se hanno pubblicato qualcosa di nuovo.
In questo modo sono in contatto con chi ho scelto io e ciò mi ha permesso di allargare in maniera più che soddisfacente la cerchia delle mie conoscenze.
Hai ragione, Fabio, questo sistema alimenta la solitudine, ma secondo me non è solo una questione di stare dentro o fuori dai social. Il problema, per me, nasce quando i social diventano la tua unica realtà e li usi come un palcoscenico, per raccontarti nei ruoli che ti sei costruito. Il dolore, la gioia, l'amore smettono di essere sentimenti, emozioni, valori e diventano contenuti per acchiappare like, come se un matrimonio, una laurea, una passeggiata in bici valessero solo a fronte di cento cuoricini. Per me il punto è questo, non sono i mezzi il problema, ma le persone. Le nevrosi, la follia collettiva, una follia che nasce dalla fluidità dei contesti e dall’assenza di valori solidi che diano un significato a quello che facciamo.
Ma certo sarebbe troppo comodo dare la colpa ai social, che semplicemente ingegnerizzano e capitalizzano le nostre miserie. E lo fanno perché noi glielo concediamo e abbiamo creato un mondo virtuale che ha praticamente svuotato quello reale, che è diventato il nostro ritratto di Dorian Gray. Splendenti online, soli e stanchi offline. Dobbiamo tornare a popolare il mondo reale, e non da turisti o voyeur.
Oltretutto, per chi è centrato sull’apparenza e sulla fusione caotica tra vita reale e social, la gestione oculata delle informazioni viene percepita come una negatività, perché se non mandi foto in giro e non condividi la tua vita privata hai qualcosa da nascondere, quando in realtà è una forma di rispetto e di protezione. Follia pura.
Sembra la trasposizione in realtà del libro "Il cerchio" di Eggers: "i segreti sono bugie; condividere è prendersi cura; la privacy è un furto".
Per me una chiacchierata davanti a un caffè è la naturale conseguenza di un interesse nato da una conoscenza social. Devo dire poche, ma care amicizie sono effettivamente nate. Adesso non ho più Facebook, troppo noioso.
Il discorso sui social e’ sempre molto complesso.
Io personalmente utilizzo molto Facebook ma non guardo mai le notifiche che arrivano tramite l’algoritmo ma seguo l’elenco delle persone che mi interessano,ove viene segnalato in tempo reale se hanno pubblicato qualcosa di nuovo.
In questo modo sono in contatto con chi ho scelto io e ciò mi ha permesso di allargare in maniera più che soddisfacente la cerchia delle mie conoscenze.
Piccole rivoluzioni quotidiane. Diffondo e grazie
un buon articolo, reale, che fotografa molto bene, il degrado dell'illusorio e artificiale mondo dei social.
Da varesino quando ho letto "gita al Sacromonte" mi sono sciolto.
E' anche una citazione dei Punkreas :)
quindi alla prossima cena ci sei!
Devo fare sacrifici al dio dell'agenda perché sia benevolo, ma vorrei esserci!